domenica 24 maggio 2015

"RICORDI?" IL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA, con l'albo illustrato di S. Ruiz Mignone e D. Pintor

La Piccola Grande Guerra, albo illustrato edito da Lapis edizioni, vincitore del premio speciale della giuria Andersen 2015, ha accompagnato la riflessione di bambini di nove anni alle prese con una Storia vicina, ma talvolta sconosciuta o, purtroppo, dimenticata.
Facendo una salto temporale di più di 2000 anni, e passando dalla civiltà greca ai rapporti di potere tra gli Stati europei di inizio 1900, ci si è apprestati a conoscere i fatti, per capire, per onorare la memoria dei caduti e per imparare che l'unica "arma" che vince tutto è la PACE.

I bambini, allora, si sono messi dal punto di vista dei soldati, per lo più giovani, che sono stati chiamati al fronte in quegli anni e mandati a combattere nel fango delle trincee. Molti di loro erano contadini e non sapevano nemmeno imbracciare un’arma; la loro vita, prima, era scandita dal ritmo delle stagioni e dalle bellezze della natura. Rispondendo - Sì - alla chiamata nell'esercito, i soldati hanno adempiuto al dovere del bravo cittadino di difendere la Patria. 
La guerra li ha, poi, catapultati al fronte, spezzando o cambiando completamente le loro giovani esistenze. Le condizioni di vita della trincea erano durissime e a questo, spesso, si è aggiunto il dolore per la separazione dagli affetti e per la perdita degli amici caduti in battaglia.



Così i bambini hanno deciso di pensare ad una rappresentazione della guerra che fosse alla loro portata.


La piccola Grande Guerra del libro, dove la guerra combattuta dai soldati, come papà Walter, si è metaforicamente intrecciata a quella dei soldatini di suo figlio Andrea, è diventata LA PICCOLA GRANDE PACE.






Che gli orrori della guerra, di ogni guerra, che hanno chiesto il sacrificio di tante vite umane siano ora radice di futuro, per vivere in pace, nel rispetto gli uni degli altri, senza tentativi di violenza e di sopraffazione.

giovedì 21 maggio 2015

LA GUERRA EVIDENZIA LE DIFFERENZE, LA PACE LE SOMIGLIANZE: IL NEMICO di D. Calì e S. Bloch

Domenica 24 maggio ricorreranno i 100 anni dall'inizio della Grande Guerra per l'Italia: quale occasione per proporre una riflessione, attraverso le storie, che sia radice di futuro?

La casa editrice Terre di Mezzo, con questo albo illustrato, comunica  un segnale forte sull'assurda distruzione insita in ogni guerra, distruzione che si insinua nelle menti di ciascuna parte contro l'altra, traducendosi in azioni concrete, atroci e irreversibili.
Così il soldato, protagonista del racconto, si trova a costruire il senso della categoria "nemico", sulla base di ciò che altri (i capi) gli hanno detto di fare; un manuale, infatti, descrive con minuzia di particolari chi è il nemico e perché combatterlo. All'interno di una trincea, che non permette mai di vedere l'altro, ma di stare sempre di guardia con il rischio di essere uccisi, la vita del soldato sembra sospesa tra il desiderio di finire la guerra e quello di assolvere al dovere di eliminare il nemico.

Come uscire da questo impasse?

Lo stile essenziale e immediato, sia dell'illustratore che dell'autore, conducono già a una scelta.

Io ho proposto la questione ai bambini di 9-10 anni, per vedere la loro capacità di rielaborazione di categorie di senso, utili per la vita quotidiana, perché cittadini consapevoli e responsabili si diventa.
Seguendo allora il filo della storia, le loro risposte si sono strutturate in riflessioni, scritte in forma di lettera, e in immagini. Qui ne offro solamente alcune, anche se tutte meriterebbero di essere apprezzate.



Nemico mio,
siamo soli, stanchi e malridotti, senza cibo né acqua.
Ti propongo, quindi, una cosa che tu dovrai accettare: FINIAMO QUESTA GUERRA!
Solo così potremmo tornare ad essere uomini, ad abbracciare le nostre mogli e i nostri figli.




Caro rivale,
credevo che tu fossi un mostro, un essere spietato e senza cuore, pensavo che pur di vincere avresti ucciso tutti e distrutto tutto.
Però, mi sono reso conto, visitando la tua trincea, che le cose che abbiamo in comune sono più delle cose diverse. Io non sono un mostro, come pensi, e tu non sei l'essere spregevole che pensavo.
Quindi, credo che entrambi non ce la facciamo più e che questa guerra debba finire, subito!




Caro nemico,
o meglio possibile amico, possiamo tornare a considerarci persone? Abbiamo lo stesso manuale, anche se indossiamo divise diverse, che ci rende mostri capaci solo di uccidere.
Vuoi far finita questa guerra con me?



Caro nemico, 
ti chiedo se tu, come me, sei d'accordo di finire la guerra, perché abbiamo una famiglia entrambi e la cosa più importante è che siamo uomini.
Io esco dalla mia trincea e se vuoi uccidimi, ma sappi che il manuale è un libro falso, perché non spiega che io e te abbiamo più cose in comune che diverse.
A te la scelta, anche se la pace non si fa da soli, ma in due!


Mio nemico,
non so se pensi quello che penso io, ma ti propongo di finire la guerra: avvelenare acqua, incendiare boschi, distruggere famiglie intere: che bisogno c'è di fare tutto questo?
Potremmo ritornare a casa e ricominciare la vita normale. Siamo sempre esseri umani: accetta!
E poi, quando piove, ci inzuppiamo e diventiamo sporchi e viscidi come il fango.
Il tuo ex nemico, se vorrai...


Età consigliata: dai 9 anni in su, perché l'incontro diventi valore universale che vince ogni divisione!